Storia vera: la mia vita

Conservo nella mente le uniche immagini che mi tengono in vita. Le immagini e le parole sono troppe. Ne scelgo alcune. Quando nella mia mente fa giorno -l'orario che sia fuori non importa- esco a cercare. Cosa?
Non lo so, lavoro, amici, suppongo. 
Che sia notte o giorno, dicevo, o qualunque tempo atmosferico, se il cervello è acceso esco di casa. La casa mi opprime anche il cervello perchè è fatta di mattoni, rossi, spessi, cotto toscano credo. Abito in toscana del resto, non mia regione d'origine. Casa non mia naturalmente. Non siamo forse tutti sfitti e provvisori nella vita?

Più tardi vado al bar. Sono venti anni che mi fai un caffè, grazie. Su presto, tutti mi sfrecciano intorno, siamo tutti in ritardo. Io, per me, in ritardo sul nulla; per il nulla. Non ti vedo. A volte non vedo nessuno che susciti qualcosa di bello, di interno, o anche minimo interesse. Poi penso di fare un colpo di stato, entrare in un ufficio o in una redazione... Poi mi metto a pensare...

Andrò prima a Berlino, a cercare lavoro, ho deciso; poi in Sicilia dal mio amico, a raccogliere banane dall’orto… maledizione… Mi dispiace… risponde qualcuno… Poi alla fine a settembre andrò in Australia… Non posso permettermi l’aereo… Ci andrò in bicicletta… Mi dispiace che sei partita, ci sentiamo al telefono qualche volta, se vuoi… Sei mesi sono tanti, e se al ritorno non mi ricordo più il tuo nome? Mi sarei rotto i coglioni quest’anno se non c’eri tu, lo sai… E se il regalo deperisce… Non studiar troppo… Non bisognerebbe mai iniziare… 
Eppure anch'io ho iniziato, all'università, come i miei genitori al loro tempo, solo che ora è obbligatorio...

Certe persone hanno pochi meriti del loro futuro florido segnato; qualcuno se lo guadagna; qualcuno se lo è guadagnato; qualcuno non ci riesce. Io che ho goduto della mia floridezza finchè avevo la giovinezza, ma la famiglia oppressiva come corallario accanto a me e della sua compagnia come un regalo. Io sono ancora sfitto, senza lavoro adesso, senza qualcosa che non saprei. Lei che è partita. Eppure c’è un non detto importante, che forse aspettavo di fiorire.

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