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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

La nostra generazione è come quei film che vedi e dici...

Credo che in questa epoca ci si impone uno schiacciamento sovrumano da troppe parti, non stiamo attenti nel presente, e non capiamo niente del presente: 'non è un nostro problema', se abbiamo da consolarci in qualche modo tra social network, zuccheri e litigi per una parola, per una suonata di clacson, per amori perfetti che poi finisco un po' meno perfettamente. Troppe pretese. Troppe comodità. Siamo noi più imbarbariti dei migranti che ospitiamo. Non sappiamo trovare un lavoro. Loro ci riescono. Non abbiamo capacità. Io mi incrissi a Lettere perchè mi piaceva il linguaggio, la chiarezza espositiva in qualcosa, il poter parlare con un interlocutore in modo chiaro, accettante, non-violento, diverso da quello che era in famiglia. La nostra generazione è come quei film che vedi e dici: 'però questo è di spessore, vale la pena finirlo di vedere', ma poi ti si drizzerebbero i peli dalla paura a pensare di poter viverci dentro. Riniziai a fumare: sigarette alla menta

Lettera ad un amico che ha deciso di diventare un barbone (storia vera)

Ricordi quella ragazza americana che ti ha ordinato di rimmettere i rifiuti dentro il cestino? Perché lo ha fatto? Lo ha fatto perché in America c'è un senso dello stato enormemente maggiore che da noi, e buttare i rifiuti per terra in america infatti ti costa multe o prigione perché stai sputando nel piatto dove mangi, su cui cammini (la strada) e lo stato in cui vivi è autorizzato quindi a cacciarti se a te non stanno bene le sue regole. In italia non è così, tutto è più tollerato perché siamo uno stato alla deriva, e questo va a nostro vantaggio ma anche svantaggio (questo stato essendo alla deriva non ci garantisce un cazzo, nemmeno cibo, né la felicità). Capisco la sofferenza e il resto per quanto si possa capire da una telecamera. In altri paesi ci sono più possibilità da sfruttare: sempre all'interno delle loro regole chiaramente, ma lì ti garantiscono di più; potrei/ potremmo andare in un paese del genere e prendere gli spazi che ci dà una società del genere, da cosa p

Una poesia del 2017 e una del 2018

2017 A quest'ora/ quando ci spinse la luce nera/ in un rigagnolo/ ho passato tutta la sera/ in un tombino di disperazione;/ blocchi rigidi nello stomaco, nella schiena, nella testa, nelle tempie/ viso rosso e patinato/ come un lume a petrolio./ Odio l'umanità./ Ho un giubbotto di rabbia/ che mi avvolge tutto/ dal 2005/ quando mi hai lasciato/ mi hai bucato il cuore alle 12 e 30/ dopo colazione/ ed emerse poco dopo/ tra le bolle tutto il marcio:/ il petrolio e la sua struttura/ immonda/ ridotta un'essenza/ un corpicino:/ mi avevi spolpato./ A quest'ora che mi più oscura l'ombra/ e mi restringe/ non c'è più dualità nemmeno per scherzo/ neppure in poesia,/ l'occhio fisso al profumo dei tuoi passi si dimentica/ non voglio neppure guardare la mia corona di spine/ apri la finestra:/ c'è una larva di mare che non parla. 2018 io lo so che nella pienezza del dopo pasto sognerò quelle valli viste solo in sogno quelle pagine aperte di un libro o di akira kur