Una poesia del 2017 e una del 2018

2017
A quest'ora/ quando ci spinse la luce nera/ in un rigagnolo/ ho passato tutta la sera/ in un tombino di disperazione;/ blocchi rigidi nello stomaco, nella schiena, nella testa, nelle tempie/ viso rosso e patinato/ come un lume a petrolio./ Odio l'umanità./ Ho un giubbotto di rabbia/ che mi avvolge tutto/ dal 2005/ quando mi hai lasciato/ mi hai bucato il cuore alle 12 e 30/ dopo colazione/ ed emerse poco dopo/ tra le bolle tutto il marcio:/ il petrolio e la sua struttura/ immonda/ ridotta un'essenza/ un corpicino:/ mi avevi spolpato./ A quest'ora che mi più oscura l'ombra/ e mi restringe/ non c'è più dualità nemmeno per scherzo/ neppure in poesia,/ l'occhio fisso al profumo dei tuoi passi si dimentica/ non voglio neppure guardare la mia corona di spine/ apri la finestra:/ c'è una larva di mare che non parla.

2018
io lo so che nella pienezza del dopo pasto
sognerò quelle valli viste solo in sogno
quelle pagine aperte di un libro
o di akira kurosawa
vedrò i frutti di una vita di sofferenza
sciogliersi in una cascata d'acqua e amore;
tanti bambini ne gioveranno in una nuova vera epoca
che non vedrò gli lascerò tanto;
in una casa di campagna in cui sono cresciuto
farò un barbecue con mia moglie dolce e che non mi ferisce
perchè noi capiremmo che non c'è dio, non c'è sale, non c'è odio che tenga,
capiremo finalmente che non c'è nulla che tenga e che ci separi da questo momento che amiamo,
non c'è nulla per capire un bimbo che nasce eccetto farlo nascere;
non c'è nulla di bene e di male in una rosa che fiorisce, in un carota, in un ravanello,
persino la cipolla e il fico qua sono dolcissimi; non c'è nulla da capire in questo momento di bellezza che è bellezza,
perchè l'amore non chiede un senso, ma di essere riamato.

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